So che ne ho già parlato qualche mese fa, ma questo argomento torna, torna, torna, continua a tornare ogni mattina e torna nel nostro gruppo di Telegram.
Anche chi arriva da noi nei progetti Executive ha ancora un po’ questo tarlo nell’orecchio, e alcune domande che riceviamo per il documento Domande & Risposte delle aree ad abbonamento contengono dubbi simili.
Facciamo molta chiarezza e cerchiamo di dividere l’argomento a pezzettini.
Ma chi l’ha detto?
Innanzitutto cerchiamo di rispondere alla domanda: da dove deriva questo pensiero?
Ecco tre variabili a cui devi pensare sempre:
1. Dove vivi ora?
Se vivi in un paese restrittivo come l’Italia la tua realtà influenza anche come vedi il futuro o le possibilità.
Se abiti in un paese che ti racconta ogni giorno quanto il mondo è brutto, difficile e orribile farai difficoltà ad immaginare che fuori esista qualcosa.
Prendi il mondo di Maze Runner: abitando tutta la vita in un labirinto, non pensavano potesse esserci nulla là fuori.
La nostra narrazione di vita personale influenza il modo in cui viviamo la vita e facciamo scelte. Per forza, altrimenti saremmo tutti uguali.
Le storie di cui ti nutri = le storie in cui credi
2. Dove ti informi?
Vedi i posti dove ti informi come i tuoi storyteller. Se da piccolo o piccola ti raccontano delle favole sul felici e contenti, potresti crescere credendo in questo finale.
Ma potresti cambiare idea con un fatto, un accadimento o una realtà.
Questa è l’alimentazione della tua narrazione, come la benzina di una macchina.
I giornali non sono esenti dal bisogno di like, condivisione e incassi, e si fanno meno scrupoli sul marketing manipolativo per ottenerlo. D’altronde, molti hanno impatto su milioni di persone e per loro significa visibilità massima.
Attenzione alle fonti e a dove ti informi: il cervello macina e ricorda tutto.
A prescindere che sia vero o falso (se ancora si può parlare di verità in un mondo della post-verità).
Almeno ricordati di verificare la veridicità e se chi lo scrive carica la mano di opinioni al posto dei fatti o gira la fotocamera per mettere a fuoco quello che preferisce.
3. Chi hai intorno?
La visione delle persone intorno a te è importante tanto quanto la tua.
Più sono vicine, più la tua visione di vita dovrebbe essere allineata con la loro.
Se non è questo il caso, è facile cadere in conflitti e pensieri possibilmente demotivanti per la tua vita. Non significa che un’opinione diversa non va bene, ognuno ha una visione personale e unica.
Ma quando le persone non sono proprio compatibili e vivono in modi che per te sono l’opposto – e sono la maggioranza – farai difficoltà a credere in qualcosa di diverso.
La scienza ha studiato a lunga la nostra propensione ad aderire storie di gruppo.
Credere in qualcosa di diverso dal proprio gruppo significa correre il rischio dell’isolamento (pericolo) e quindi va contro l’istinto di sopravvivenza di appartenere alla narrazione del nostro gruppo.
Questo è illustrato perfettamente nel libro “Story or Die” di Lisa Cron: combina neuroscienza e storytelling.
4. Che progetto di vita hai?
So che sembra fuori contesto, ma è importante.
Molte persone si lamentano di qualsiasi nazione condannandola al patibolo con “tanto prima o poi tutti si allineeranno” perché non hanno una visione di vita forte e chiara.
Se sai cosa cerchi e studi le nazioni sai bene cosa cercare, cosa vuoi accettare e cosa no.
Se non sai cosa cerchi nulla andrà bene e ti puoi dire che tanto tutto sarà uguale.
Quindi il mondo sarà tutto uguale?
Ora rispondiamo alla domanda finale: è vero che sarà tutto uguale? La risposta semplice è no.
Il perché possiamo dividerlo in questi 4 motivi:
1. Ogni stato ha sue leggi e storia
Ci sono più di 196 nazioni con storia, leggi, politica e situazioni completamente diverse.
Qui solo con lo studio e l’esperienza si può scegliere e capire cosa fare.
Pensare che tanto “tutti fanno la stessa cosa” è mandare all’aria interazioni politiche, sociali ed economiche complesse. Significa fare finta che non ci sono differenze, non ci sono imprevisti, non c’è nulla. Il mondo è semplicemente una cartina silente.
Attenzione: La demotivazione dei media porta anche a pensare che tanto nulla cambia, che tanto nulla fa differenza. Questo fa sempre parte del marketing negativo e di molte altre dinamiche di comunicazione che servono ai click.
Non per nulla in questa epoca stanno nascendo molti quotidiani dedicati solo alle notizie positive o stimolanti.
2. Non è mai accaduto nella storia umana
Si rifà un po’ al punto di sopra, ma in modo più specifico. Non è mai successa una cosa del genere in tutta la storia umana! Neanche l’Impero Romano o Mongolo ci è riuscito.
Non ci è riuscita la guerra e neanche una potenziale guerra nucleare.
Pensi sia saggio credere ad una generalizzazione che non è mai accaduta nella storia umana?
3. Non siamo in grado percepire una spanna di tempo così lunga
Questa potrebbe essere la prossima obiezione. “Stavolta è diverso” e così via.
Il punto è che come non possiamo vedere il futuro non riusciamo ad immaginare neanche bene il passato. Magari per noi sembra essere la fine o che tutto è “diverso” da altri accadimenti storici e non ci rendiamo conto che è esattamente quello che dicevano, pensavano e provavano già anni fa.
È vero che non puoi vivere la storia, ma studiando ti rendi conto di come molto non è per nulla nuovo sotto il sole ma è una ripetizione della storia umana.
4. È già così
Ora, se non bastassero tutte le ragioni prima perché parlano di ipotesi, futuro o passato, c’è la più semplice di tutte: il presente. È già così! Le nazioni hanno già reagito e stanno reagendo in maniera diversa. Il futuro non lo sappiamo, ma possiamo solo prevedere le possibilità di un accadimento.
Questo non è un articolo che ho voluto dedicare a che cosa è successo negli altri stati: si tratta di scardinare proprio il pensiero di base.
Le informazioni uno le trova facilmente ovunque.
Certo che il Sahara potrebbe diventare una giungla, ma è più probabile che piova nella foresta amazzonica.
Che si traduce in: Non possiamo prevedere il futuro, ma possiamo essere costantemente informati e muoverci in modo strategico usando le probabilità.
In breve
Dire che tutto sarà uguale quindi non ha senso trasferirsi è come negare l’intera storia umana, dire che non hai nessun progetto di vita e annunciare al mondo che non sai nulla, assolutamente nulla di come funziona nulla nel mondo.
Per me è così – ed è ciò ci ha portato a costruire Piani dalla A alla Z, a pensare sempre al luogo migliore per il nostro progetto di vita, a fare le decisioni migliori e soprattutto a costruire la vita straordinaria che abbiamo oggi.
Per me e noi è un pilastro.
Magari il sogno di vita c’è, certo
Non dico che sia bianco e nero: magari chi te l’ha detto o chi lo pensa ha un sogno o una vita davanti che vuole costruire, ma io parlo solo di come si traduce in azioni.
Quando hai un progetto di vita hai anche un atteggiamento: studio, cultura, interesse, azioni e un’energia irrefrenabile che riesce a trovare le soluzioni nelle leggi, nelle situazioni, nella storia e nelle informazioni.
Nessuna nazione va bene se non sai che vita vuoi vivere
È come andare dalla vita e dire “boh, fai tu”.
Anche se chiedessi a me dicendomi “boh” non saprei darti la nazione giusta: non esiste una nazione perfetta, neanche in tempi di pace.
Qui però entriamo nel discorso di cosa per te va bene e cosa no.
Anche in tempi di pace una nazione calda per un amante del gelo è un inferno.
Ricorda sempre
Qui parliamo di libertà: ogni nazione ha delle cose che non sono perfette, ha “le sue”, come si dice, ma la posta in palio è la tua vita.
È la tua libertà e quella delle persone che ami.
E chi rimane in Italia come cittadino o cittadina italiana sa bene a cosa va incontro.
Dire che “tanto sarà uguale comunque” è solo una scusa per non guardare in faccia la realtà.
Mai addolcirò la pillola di una verità che può salvare vite.
Da oggi in poi – se mai ti capita ancora di sentirla o addirittura dirla – puoi distruggere questa affermazione.
E se ancora sei fermo o ferma davanti a questa affermazione, sappi che oltre c’è un oceano di possibilità che ti attende.