Ogni giorno almeno una persona dichiara di “non voler scappare” ma di “rimanere a combattere” o di chiedere “come mai c’è bisogno di fuggire?” quando parliamo di trasferirsi all’estero.
Questo spesso mi confonde. In che senso fuggire dall’Italia?

Non è una sorpresa che oggi molte persone fanno fatica ad andare avanti con tutte le restrizioni casuali, improvvise e assurde e che non mirano a proteggere la libertà economica, di pensiero, fisica, personale, filosofica, insomma nessuna libertà.
Fin qui ci siamo, no? La situazione quotidiana in Italia, insomma.

Bene, molte persone di conseguenza pensano ad una vita diversa.
Una vita in un paese migliore, che rispetti la libertà dei cittadini.
In più ripeto sempre che è meglio vivere in un paese dove non si è soggetti al diritto positivo come cittadini.

Anche fin qui credo nulla di nuovo o sconvolgente sotto il sole.
Allora perché molti parlano di fuggire? Di scappare?
Molti pensano che sia un atto di codardia, di vigliaccheria, lasciare indietro la propria patria perché non si ha il coraggio di lottare.

Facciamo un passo indietro e pensiamo in che situazione uno potrebbe essere un vigliacco perché decide di rimanere o quando potrebbe essere utile rimanere per la propria patria e lottare.

Nessun vigliacco qui

Chi ha necessità di fuggire dal proprio paese non sarà mai un vigliacco: nessuno penserebbe minimamente ad un ebreo che si è trasferito in America per sfuggire all’olocausto come un vigliacco o una codarda.

Ma qui si tratta di fuggire, scappare, cercare rifugio da una situazione estrema, grave e catastrofica nel breve termine.
Non che la situazione in Italia non sia grave, ma è diversa da, ad esempio, la caduta dell’Afghanistan.

Le persone oggi hanno ancora la possibilità di muoversi e nessuno le sta sparando addosso o chiudendo in campi di concentramento.

Quindi escludiamo già questa situazione.
Poi, anche se fosse così, fuggire da una situazione grave è un nobile atto di coraggio per la tua famiglia e le persone che ami.

Se i miei nonni non fossero fuggiti sulle montagne dopo la guerra con mia madre in braccio io oggi non sarei qui – e di conseguenza tutta la mia famiglia.

Scappare e trasferirsi: due cose diverse

Riflettiamo un secondo: non c’è una situazione di sparatorie o guerra, ma c’è una situazione grave come quella che sta accadendo in Italia di limitazione della libertà e mancanza di rispetto totale dei cittadini.

In che modo andarsene via sarebbe vigliaccheria?

Se ti è mai capitato di parlare a qualcuno di trasferirti e qualcuno ti ha risposto di rimanere a lottare, di non essere codardo o codarda, sappi che codardi sono coloro che non combattono per la loro vita.

Rimanere in una situazione sbagliata, infelice e destinata per la maggior parte dei casi a peggiorare ancora significa lasciare la propria vita in balia di quel 0,01%.

Combattere è ben altro

Poi, chi è che afferma che bisogna combattere?
Cosa fa?

Combattere non significa postare su Facebook con faccine di disprezzo o cercare di fare i dispetti allo stato.
È un atto nobile che richiede dedizione e motivazione.
Non basta la lamentela sulla libertà senza azioni.

E non significa neanche farsi maltrattare – quella non è resistenza.

(Senza neanche entrare nella questione di “per cosa combatti” o “ma devi combattere?” e tanto altro.)

Codardia è fuggire, sì, ma dalla verità

Essere codardi sì significa fuggire, ma fuggire nel senso di chiudere gli occhi, scappare davanti ai fatti, davanti al rischio per la tua famiglia, la tua vita e la tua libertà, significa sfuggire alle soluzioni e ai rischi per creare una vita migliore.

E se mai ti trovassi in ogni modo a dover fuggire fisicamente dall’Italia sapresti già che non c’è vigliaccheria. Quindi questo discorso è non solo per me inutile, ma anche dannoso per chi ha incertezza sul prossimo passo e sente questo da qualcuno.

Scegliere significa avere coraggio

Io penso che sia un atto di grande coraggio e intelligenza lasciare un paese che ha dimostrato chiaramente di non volerti rispettare. Soprattutto in casi estremi.

Anzi, penso che quando hai la possibilità di lasciare il paese prima che tutto vada veramente a scatafascio irrimediabile sia un atto di saggezza.
E anche di intelligenza: se non ti sparano addosso, hai molta più facilità nell’organizzare il tuo spostamento senza perderti i pezzi e pensare solo a salvarti la pelle fino a domani.

Nel rispetto di tutti coloro che vogliono lasciare il proprio paese ma non hanno la possibilità di farlo, penso che sia anche un atto di consapevolezza scegliere il paese dove vivere e lasciare una situazione grave.

Questo significa lottare per la propria libertà e la propria vita.

Significa avere il rispetto della nostra persona e delle persone che amiamo e di coloro che vorrebbero avere la possibilità che noi abbiamo.

Scegliere è un atto di consapevolezza

Diventare cittadini internazionali non è scappare dall’Italia chiudendo gli occhi.
Essere cittadini internazionali significa costruire una vita libera e scegliere la nazione migliore dove vivere.

Ovviamente quando ne hai la possibilità.
E per ora ancora c’è.

Chi ha tempo, non aspetti tempo.

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